Torquato Tamagnini

Torquato Tamagnini (Perugia, 1886 – Roma, 1965) è stato uno scultore e medaglista italiano.Fu uno scultore che ebbe particolare fama soprattutto per i numerosi monumenti ai caduti della Grande Guerra.

Biografia

Formatosi all’Accademia di San Luca a Roma, Tamagnini fu autore di alcuni bronzetti di gusto liberty[1] tra cui una statuetta del 1919 intitolata ”L’inquisitore”, conservata nelle collezioni del Quirinale[2]. Nel 1921 fu presente con due opere alla I Biennale romana e, nello stesso anno, partecipò alla prima Biennale di Napoli.[3] Una targa in bronzo realizzata dallo scultore con, in rilievo, il bollettino della vittoria ed una allegoria con figure muliebri, donata al maresciallo Diaz dai mutilati romani,[4] meritò parole d’ammirazione da parte del generale.[5]

Dopo le prime commissioni dei vari comitati sorti per onorare i caduti, nel 1922 fondò la casa d’arte ”Corinthia” di Roma, attraverso la quale, in collaborazione con fonderie napoletane e romane, avviò una produzione seriale di bottega e realizzò numerosi monumenti in molte regioni italiane.[5] Il catalogo della ”Corinthia”[6], così come altri cataloghi concorrenti,[7] proponeva alle amministrazioni comunali e ai comitati civici una ampia gamma di monumenti sia già realizzati altrove, sia in bozzetto. La “varietà di tipologie monumentali ideate da questa sorta di industria commemorativa” consentiva una scelta in base alla disponibilità finanziaria.[5] Tuttavia, per quanto il catalogo fosse ricco di proposte e spesso venissero introdotte delle variazioni ai vari tipi di monumento soprattutto nei basamenti, le rassomiglianze erano inevitabili. In alcuni casi la somiglianza è evidente, per esempio: nelle figure di Perugia[8] e di Scanno[9]; nelle sentinelle di Sacrofano,[10] di Tocco da Casauria[11], di Calasetta[12] e di Parenti[13]; nel monumento di Forlì del Sannio[14] e in quello di Casalciprano[15], simili per concezione; nella “Vittoria dolente” della Parrocchietta[16] già presente insieme ad un soldato morente a Ceprano[17] come poi replicata a Guardia Perticara,[18] a Terranova da Sibari,[19] a Dasà,[20] a Colle Sannita[21] e, probabilmente,[22] a Castropignano.[23] In altri si ravvisa una iconografia comune ad altri artisti dell’epoca,[24] come nel caso del monumento di Montepulciano,[25] e ricorrente, come la cosiddetta “quadriga briosa” raffigurata sulle monete da 1 lira del periodo bellico.

Monumento per Biccari

l complesso monumentale realizzato a Biccari da Torquato Tamagnini è di forte impatto scenografico. Posto a lato della piazza principale del paese, il monumento ai Caduti è una composizione che vede unite la funzione specifica del monumento e quella di fontana. La soluzione si ritrova anche in altri monumenti ai Caduti. Il sito dove è ubicato il monumento è caratterizzato da un andamento del terreno in pendenza, per cui il complesso si carica di un maggior effetto prospettico con conseguente aumento dell’aspetto scenografico.

Nella parte precedente il monumento vero e proprio, nella zona posta alla quota più bassa c’è una vasca dove blocchi di pietra creano degli sbalzi con effetto di cascatelle d’acqua. Il ninfeo ha una forma poligonale irregolare e si va allargando man mano che si sale verso il monumento, questa area è stata realizzata nel 1997. Il monumento vero e proprio è costituito da una parete in pietra che ha un andamento a gradone da destra verso sinistra, una sorta di crinale di montagna, dove sul punto più alto l’artista ha posto la scultura raffigurante un fante che imbraccia l’asta della bandiera. Questa parete funge anche da fondale scenico del complesso monumentale. Su di essa sono murate le lapidi che riportano i nomi dei Caduti di Biccari, il bollettino del generale Diaz e lo stemma del Comune, questi ultimi in bronzo. Sulla pietra è incisa l’epigrafe dedicatoria:

BICCARI AI SUOI CADUTI
PER LA PIU’ GRANDE ITALIA
1915-1918

In posizione laterale, sulla sinistra della parete, è posizionata la figura femminile della Gloria. Un donna, con il braccio sinistro proteso verso la lapide contenente i nomi, ha nella mano il serto di lauro; l’altro braccio, piegato e arretrato, tiene in mano un piccola statua della Nike. La piccola statua ha le stesse caratteristiche di quella che Tamagnini aveva realizzato per il monumento ai Caduti di Alberona nel 1924. La statua del Fante che conquista la cima di una montagna è il chiaro riferimento alle tante battaglie svoltesi sul fronte orientale, dove la montagna e gli altipiani sono stati i maggiori teatri di guerra. Lo scultore umbro plasma un fante che rimanda a posture michelangiolesche, ma qui non c’è il David dallo sguardo concentrato e dal corpo teso che fa percepire la tensione, bensì il fante che è stato “fermato” nell’attimo dell’arrivo sulla cima: la bocca aperta quasi a voler far sentire un urlo, la destra protesa verso l’alto che tiene la bandiera e la sinistra all’ingiù con una postura della mano quasi a voler dire: “…ecco abbiamo vinto!”. Tamagnini ha caricato il ruolo del fante di un forte realismo senza eccedere nel plasticismo delle superfici, giocando tutto su un dinamismo “fermo”. Diverso è l’approccio dello scultore con la figura femminile della Gloria. Qui la donna è raffigurata mentre s’incammina verso le lapidi dei Caduti, quasi in un incontro reale con quegli uomini. La donna ha tra i capelli una corona di lauro e indossa una veste che l’incedere e il vento frontale fanno muovere, così che si viene a creare un panneggio dai forti effetti pittorici che mette in evidenza le sinuosità del corpo. Una scultura dal plasticismo esasperato che si inserisce pienamente in quel modo di scolpire allora fortemente diffuso in Italia. Un verismo intriso di espressionismo, dove, come due anni prima ad Alberona, Tamagnini sfoggia la sua piena maturità artistica.

Monumenti ai Caduti della Grande Guerra

La lista è organizzata per: anno, comune, provincia. La descrizione è limitata alle principali opere scultoree dei singoli monumenti.

1920 – Perugia: lapide in marmo tra due figure in bronzo dedicata agli studenti del Regio I. S. Agrario di Perugia morti in guerra.

1920 – Faleria (Viterbo): lapide in marmo con decorazioni in bronzo.

1921 – Pievebovigliana (Macerata): aquila in bronzo su obelisco.

1921 – Venafro (Isernia): gruppo bronzeo su cippo costituito da un milite a torso nudo che, con una baionetta, protegge una donna in piedi che regge un neonato: davanti al basamento una figura femminile alata solleva una corona d’alloro.

1921 – Castelleone (Deruta) (Perugia): scultura in marmo su basamento in travertino; su un primo blocco di marmo è scolpito un bassorilievo con l’allegoria della Vittoria su una quadriga; sul blocco superiore si trova la scultura di un uomo a torso nudo che esce dal marmo.

1921 – Sacrofano (Roma): statua in bronzo di soldato di sentinella su uno sperone di roccia con pastrano chiuso; sul basamento lastra bronzea con bassorilievo raffigurante un’allegoria della Patria.

1921 – Seren del Grappa (Belluno): statua in bronzo di donna che protende in avanti la destra con una corona di alloro e, con la sinistra, regge una piccola Vittoria alata.

1922 – Salvitelle (Salerno): statua in bronzo di donna che protende in avanti la destra con una corona di alloro e, con la sinistra, regge una piccola Vittoria alata.

1922 – Ceprano (Frosinone): gruppo bronzeo con soldato morente, riverso su un blocco di travertino su cui si erge una donna, allegoria della Patria vittoriosa, che gli porge un ramo d’alloro.

1923 – La Parrocchietta (Roma): statua in bronzo di figura femminile, allegoria della Vittoria dolente, che porge un ramo d’alloro ai caduti.

1923 – Tocco da Casauria (Pescara, all’epoca Chieti): statua in bronzo di un soldato di sentinella su uno sperone di roccia con pastrano chiuso; sul basamento lastra bronzea con bassorilievo raffigurante un’allegoria della Patria.

1923 – Roma: statua in bronzo di un soldato artigliere, con pastrano, su uno sperone di roccia.

1923 – Arcevia (Ancona): gruppo bronzeo su cippo costituito da un milite a torso nudo che, con una baionetta, protegge una donna in piedi che regge un neonato; alla base una piccola statua in bronzo raffigura la Vittoria.

1923/1932 – Paola (Cosenza): gruppo scultoreo in bronzo raffigurante una figura femminile su piedistallo, allegoria della Patria, che solleva un ghirlanda di alloro, mentre ai suoi piedi si appoggia un soldato ferito a morte.

1923 – Sala Consilina (Salerno): gruppo scultoreo in bronzo raffigurante un soldato ritto, ma morente, sovrastato da una figura femminile con corona di alloro, chinata su di lui per sorreggerlo.[39]

1923/1925 – Pizzoferrato (Chieti): targa in bronzo riportante il bollettino della vittoria, decorata in bassorilievo a sinistra da una vittoria alata e da una portatrice del fascio littorio, a destra da due stemmi su foglie di quercia.

1923/1929 – Forlì del Sannio (Isernia): monumento comprendente, tra l’altro, una statua femminile in bronzo, allegoria della Gloria, che solleva una corona d’alloro e una lastra bronzea con una figura femminile, allegoria della Vittoria, su una quadriga.

1924 – Corigliano Calabro (Cosenza): gruppo bronzeo su cippo costituito da un milite che, con una baionetta, protegge una donna con bambino. Nel corso della seconda guerra mondiale la statua fu però fusa per ricavarne proiettili e solo negli anni ottanta del XX secolo fu rifatta dallo scultore locale Carmine Cianci.

1924 – Spoltore (Pescara): lapide bronzea col bassorilievo di un’aquila che avvolge con le ali una figura femminile, allegoria della Vittoria, che offre un festone di fiori ai caduti.

1924 – Parenti (Cosenza): statua in bronzo di un soldato di sentinella su uno sperone di roccia con pastrano chiuso.[13] Nel corso della seconda guerra mondiale la statua fu però fusa per ricavarne proiettili e solo negli anni ottanta del XX secolo fu rifatta da una bottega napoletana, ma stavolta il soldato ha il pastrano aperto.

1924 – Montecelio (città metropolitana di Roma Capitale, all’epoca provincia di Roma) alto cippo con sovrastante statua in bronzo e lastra bronzea alla base con figura femminile, allegoria della Vittoria, su una quadriga.

1925 – Carlentini (Siracusa): gruppo scultoreo in bronzo raffigurante un soldato ritto, ma morente, sovrastato da una figura femminile alata, chinata su di lui per sorreggerlo.

1925 – Formello (città metropolitana di Roma Capitale, all’epoca provincia di Roma): statua in bronzo di donna che protende in avanti la destra con una corona di alloro e, con la sinistra, regge una piccola Vittoria alata.

1925 – Allumiere (città metropolitana di Roma Capitale, all’epoca provincia di Roma): statua in bronzo di soldato su un’altura rocciosa nell’atto di scagliare una bomba a mano con la destra mentre innalza una bandiera con la sinistra.

1925 – San Giovanni in Marignano (Rimini): statua in bronzo di soldato con fucile ed elmetto e lastra bronzea con figure femminili e cavalli.

1925/1930 – Montepulciano (Siena).

1926 – Guardia Perticara (Potenza): gruppo bronzeo con donna in piedi che offre un ramo d’alloro al soldato morente riverso ai suoi piedi.

1926 – Acquaro (Vibo Valentia): statua in bronzo di soldato con fucile ed elmetto.

1926 – Mondolfo (Pesaro e Urbino): statua in bronzo di soldato su un’altura rocciosa nell’atto di innalzare una bandiera con la destra.

1926 – Gerace Marina (città metropolitana di Reggio Calabria, all’epoca provincia di Reggio Calabria): gruppo scultoreo in bronzo raffigurante una figura femminile su piedistallo, allegoria della Patria, che solleva un ghirlanda di alloro, mentre ai suoi piedi si appoggia un soldato ferito a morte.

1926 – Seminara (città metropolitana di Reggio Calabria, all’epoca provincia di Reggio Calabria): statua in bronzo di soldato su un’altura rocciosa nell’atto di innalzare una bandiera con la destra.

1926 – Duronia (Campobasso): statua in bronzo di soldato con fucile ed elmetto.

1926 (circa) – Taviano (Lecce): aquila in bronzo su obelisco e lastra bronzea alla base con figura femminile, allegoria della Vittoria, su una quadriga.

1926/1927 – Terranova da Sibari (Cosenza): gruppo bronzeo con donna in piedi che offre un ramo d’alloro al soldato morente riverso ai suoi piedi.

1926/1927 – Dasà (Vibo Valentia): gruppo bronzeo con donna in piedi che offre un ramo d’alloro al soldato morente riverso ai suoi piedi.

1926/1929 – Tito (Potenza): gruppo bronzeo con donna in piedi che offre un ramo d’alloro al soldato morente riverso ai suoi piedi.

1927 – Calasetta (Sud Sardegna, all’epoca provincia di Cagliari): statua in bronzo di un soldato di sentinella su una roccia con pastrano chiuso.

1927 – Montazzoli (Chieti): statua in bronzo di soldato che con la mano sinistra tiene un fucile piantato al suolo e con il braccio destro teso punta una baionetta in avanti; alla base una piccola Vittoria alata innalza una corona d’alloro.

1928 – Andretta (Avellino): gruppo bronzeo su alto basamento con figura femminile che innalza una corona di alloro e, ai suoi piedi, un soldato colpito a morte, nell’atto di cadere; su due colonne ai lati del basamento due lastre bronzee con figure femminili in bassorilievo.

1928 – Galatina (Lecce): alto monumento con in cima statua bronzea di figura femminile con elmo e scudo che regge un’insegna romana con l’aquila; davanti al basamento statua di soldato con fucile in posizione di riposo; dietro, lastra bronzea con Vittoria su quadriga.

1929 – Orvinio (Rieti): Statua in bronzo raffigurante una figura femminile chiamata “La Gloria” che regge una fiaccola, monumento con giardino rettangolare recintato e diviso in siepi con figure geometriche

1930 – Siano (Salerno): statua in bronzo di soldato con fucile ed elmetto e lastra bronzea sul piedistallo con figura femminile, allegoria della Vittoria, su una quadriga.

1931 – Casacanditella (Chieti): altorilievo in bronzo di soldato a torso nudo, con la destra tiene il fucile piantato al suolo e con la sinistra protesa regge una piccola Vittoria alata che innalza una corona d’alloro.

1931 – Spezzano Albanese (Cosenza): statua in bronzo di soldato su un’altura rocciosa nell’atto di innalzare una bandiera con la destra; ai piedi del basamento una statua di donna che regge una Vittoria alata.

1932 – Silvi (Teramo): bassorilievo bronzeo con una figura femminile su una quadriga che nella mano sinistra regge una piccola Vittoria alata; originariamente davanti al basamento vi era la statua di una figura femminile che innalzava una corona d’alloro.

1934 – Castelforte (Latina): gruppo bronzeo con un soldato colpito a morte e un secondo soldato a torso nudo in azione.